A.C. 2426-A
Presidente, sottosegretario, colleghe e colleghi, il decreto che qui abbiamo in oggetto, denominato «ad bonus» dalla misura forse più nota che è contenuta nel testo, è caratterizzato da un insieme di misure positive nei campi della cultura e del turismo. Le abbiamo sentite elencate nelle relazioni delle due relatrici, che ringrazio anche per il lavoro approfondito e attento svolto nelle Commissioni. Prima di entrare nel merito specifico di queste misure, mi soffermerò su alcune di esse, particolarmente significative anche dal punto di vista dell'attività produttiva. Desidero articolare due considerazioni generali che a mio avviso mettono bene in luce il valore aggiunto di questo provvedimento.
La prima riguarda proprio la struttura di questo decreto. Al di là di contenere misure di natura urgente in materia di cultura e turismo, che sono solo una parte di un programma più vasto del Governo, il decreto si connota per contenere significativamente per la prima volta un connubio, un ponte fra queste due importanti realtà sociali ed economiche del Paese, la cultura ed il turismo. Il Ministro Franceschini, con una battuta forse poco compresa, ritenuta da molti ironica, all'atto dell'assunzione dell'incarico di Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, affermò di assumere la guida di un dicastero economico. Addirittura, disse, il più importante di questo Paese. L'affermazione in sé, come ho già detto, poteva apparire ad alcuno anomala, ad altri strana, ma come negare che il patrimonio culturale italiano, quello costituito dalle grandi vestigia storiche, dai grandi luoghi della cultura, delle grandi arti – arti visive, il teatro, la musica, l'opera – che rende nota e amata l'Italia nel mondo, è non solo una parte fondante della nostra memoria e del nostro essere comunità nazionale, ma è anche un grande motore economico per il nostro Paese, che si esercita anche attraverso il turismo ? La dimensione di questo è fornita da alcune analisi, da alcuni studi. Mi riferisco a Unioncamere, che stima come la filiera culturale italiana valga circa il 15 per cento del prodotto interno lordo, più di 220 miliardi, e generi 1,5 milioni di occupati. Un settore importante e significativo quindi, ancora di più nelle more di questa crisi che il Paese oggi attraversa. Signora sottosegretario, il detto comune «con la cultura non si mangia» è un detto falso, ed è molto più falso in questo Paese. Da questo punto di vista quindi, il plastico raccordo che c’è in questo decreto fra cultura e turismo è un raccordo più che mai motivato e costituisce, al di la delle parole di rito, una significativa e positiva innovazione.
La seconda considerazione che intendo svolgere riguarda le modalità con le quali si è giunti alle misure contenute nel decreto, almeno per quanto riguarda la parte del turismo, che è più di sua stretta competenza.
Questo decreto, infatti, arriva nelle Aule parlamentari a valle di un ampio ed articolato dibattito parlamentare sul turismo, condotto in Aula e in Commissione, che ha visto anche l'approvazione di diverse mozioni all'interno dell'Aula e di diverse risoluzioni nelle Commissioni di merito. Certamente, come dicevo prima, il veicolo legislativo del decreto, che porta necessariamente misure limitate dal carattere di urgenza, limita alcune azioni, le azioni che possono essere incluse, ma ciò che mi preme ora rimarcare ora e qui è che ci si muove nella direzione indicata dalle mozioni parlamentari. Questo decreto, quindi, è anche un esempio di proficua interlocuzione fra Governo e Parlamento, un modo di procedere corretto che andrebbe spesso assunto come riferimento dell'azione del Governo.
Entrando nel merito posso poi notare che il decreto portava già all'origine – le abbiamo sentite elencare – importanti misure sia in materia di cultura quanto di turismo, misure che peraltro, come è stato detto, sono state sensibilmente arricchite nella trattazione da parte delle Commissioni congiunte cultura e attività produttive.
In primo luogo l'introduzione dell’art-bonus, il credito di imposta in favore del mecenatismo rispetto al restauro e alla conservazione dei beni culturali pubblici, a sostegno degli istituti e dei luoghi della cultura, e per la realizzazione di strutture o per il potenziamento di quelle esistenti delle fondazioni lirico-sinfoniche o di istituzioni pubbliche dedicate allo spettacolo dal vivo. Come non notare che questo provvedimento mette finalmente il Paese in condizioni di parità rispetto ai migliori contesti internazionali e che qui si può dare un contributo vero e fattivo al mantenimento del nostro patrimonio culturale. Le Commissioni in questo hanno anche precisato il campo dell'applicazione della norma che si estende anche a soggetti privati che gestiscono beni artistici di proprietà pubblica. Rimane – è vero – il tema importante dei beni privati ad uso pubblico, ma questo potrà essere affrontato compiutamente in futuro.
Misure rilevanti sono state assunte – qui c’è un'interazione forte fra le attività produttive e la cultura – nel settore del mantenimento del decoro dei grandi luoghi della cultura, in special modo quando questi siano interessati da grandi flussi turistici. Questa è una misura che noi riteniamo doverosa, ma che nella discussione, nel dibattito e nella trattazione in Commissione ha avuto un importante approfondimento. Si sono infatti stabiliti limiti e condizioni di un intervento tutelante per i monumenti che deve essere tale anche per le attività commerciali. Si è stabilito che vi sia la necessità di un’ intesa fra il sindaco ed il sovrintendente per ogni decisione che riguardi il ritiro delle concessioni in essere, così come ci appare corretta la misura adottata dell'incremento dell'eventuale indennizzo per la revoca della concessione, ove non fosse possibile una collocazione potenzialmente equivalente per l'attività, che viene oggi portato a corrispondere ad un anno dei ricavi dell'attività stessa.
Si passa comunque – e questo voglio farlo notare – da un generico contrasto alle attività di artigianato e commercio ambulanti alla evidente e condivisibile necessità di tutelare il decoro di un numero limitato di grandi realtà della cultura italiana che fanno il nostro Paese noto nel mondo e famoso a livello internazionale, ma questo con garanzie oggettive per le attività commerciali.
Importanti anche le misure previste all'articolo 5 sulle fondazioni lirico-sinfoniche, che completano il salvataggio di queste preziose realtà che sono uno dei famosi simboli, dei simboli più noti, dell'Italia nel mondo. Si è fatto, ma con la consapevolezza profonda che anche nel funzionamento, e quindi nell'accesso agli strumenti pubblici di finanziamento, occorrerà in futuro prediligere e premiare il merito, la capacità artistica, la capacità di promuovere sinergie e la produzione di qualità.
In questo desidero rivolgere qui un appello al Governo, condiviso per altro da molti colleghi parlamentari, perché si inizi a porre maggiore attenzione al tema dei teatri di tradizione, che costituiscono un vero tesoro culturale italiano molto diffuso attraverso il tessuto del nostro Paese.
All'articolo 6 la relatrice Coscia già citava l'importante azione sul tax credit per il sostegno all'industria cinematografica teso ad attrarre investimenti internazionali.
Ricordo questo perché voglio ricordare doverosamente l'importanza che l'industria cinematografica e di produzione ha per tutto il comparto industriale nazionale. Ci sono aree di questo Paese, segnatamente per esempio il Lazio, nelle quali l'industria cinematografica è una delle principali industrie di settore. L'importanza di questo tema è troppo spesso sottovalutato in termini economici e di occupazione, osservando pur doverosamente l'aspetto culturale, ma questa industria è un'industria viva ed importante.
Qui, con questa misura, si ha un completamento e un rafforzamento delle precedenti iniziative proprio nell'ottica – come diceva la relatrice – di attrarre investimenti esteri.
Desidero anche ricordare che in questo articolo, con un emendamento del gruppo del Partito Democratico, si è aggiunta anche la possibilità di un credito di imposta per il recupero delle sale cinematografiche storiche.
Un'altra misura alla quale attribuiamo particolare importanza – e segnaliamo al Governo questa decisione per il futuro sviluppo di questa azione – è quella che riguarda il Fondo previsto dall'articolo 13, comma 25, del decreto-legge «destinazione Italia»; un Fondo importante che ha lo scopo di finanziare progetti di valorizzazione artistica, culturale e turistica sul nostro territorio, un Fondo che viene qui riattivato, prevedendo, anche qui con un emendamento a firma del Partito Democratico, che sia ora un decreto del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo a stabilire entro il 31 dicembre 2014 i criteri per l'utilizzo di queste importanti risorse. Un provvedimento atteso, signora sottosegretario, un provvedimento importante. In questo abbiamo anche compreso, nell'originale versione del «destinazione Italia» un raccordo importante con l'ANCI perché si prevedeva una convenzione per l'attuazione di queste misure.
Importanti ed innovativi sono anche gli interventi previsti all'articolo 9, recante un credito di imposta per la digitalizzazione degli esercizi ricettivi e l'onorevole Petitti richiamava l'estensione operata in Commissione ai tour operator specializzati in incoming. A queste, si associano ovviamente le misure di mobilità turistica – all’ articolo 11, di cui dirò qualcosa – quelle per la semplificazione degli adempimenti burocratici a carico dell'imprenditorialità turistica, nonché un nuovo e rafforzato ruolo di ENIT.
Per quanto riguarda l'articolo 11, voglio sottolineare che la concessione in uso gratuito di beni pubblici quali case cantoniere, caselli, stazioni ferroviarie e marittime a imprese, cooperative ed associazione giovanili (sino a 40 anni) con oneri di manutenzione straordinaria a loro carico è una positiva innovazione. Tutto questo ovviamente allo scopo di favorire il turismo mediante la realizzazione di percorsi pedonali, ciclabili, equestri, fluviali e ferroviari.
La Commissione, con il concorso del Governo si è sentita così colpita positivamente da questa misura: abbiamo introdotto quindi la possibilità per questi giovani di accedere alle agevolazioni per l’ imprenditoria giovanile previste nel decreto-legge «destinazione Italia».
Un insieme omogeneo e coerente, quindi,con una chiara visione di prospettiva. Voglio spendere una parola – e mi avvio alla conclusione – sull'articolo 10, laddove si stabiliscono crediti di imposta per le ristrutturazioni edilizie delle imprese alberghiere e si estendono questi possibili crediti di imposta per chi compie queste ristrutturazioni, anche all'acquisto di beni mobili finalizzati all'arredo di questi alberghi; una misura anche questa importante.
Sempre prima di concludere un richiamo molto breve, ma significativo all'impegno che il Governo si assume sul tema importante ed annoso del tax refund, con un impegno preciso a ricercare e valutare proposte di intervento per rendere più efficiente questo servizio verso i turisti e il cittadino e per produrre risorse per la promozione turistica.
Concludo, signora Presidente, dicendo che siamo in presenza quindi di un complesso coerente ed innovativo di misure di assistenza e sostegno non solo alla cultura ma anche al turismo, che danno una prima significativa risposta alle questioni sollevate di recente dal Parlamento e alle necessità del Paese. Un passo importante per il futuro del turismo.
Occorre proseguire sicuri in questa direzione anche con un rafforzamento delle misure oggi adottate, sia per il turismo, quanto per la valorizzazione della cultura perché da questo passa, anche da questo passa la ripresa del nostro Paese. Questa è la strada giusta.